martedì 25 dicembre 2012

Il senso della vita

24 aprile 2011 - 24 dicembre 2012: il cerchio si è chiuso. Come ogni cosa ha un inizio, ogni cosa ha una fine.
Come quella notte di Pasqua, così questa notte di Natale l'omelia del prete, lo stesso prete di allora,  è stata incentrata sul senso della vita.
Quel senso della vita che ci fa alzare la mattina, che ci fa chiedere perchè dobbiamo soffrire per ottenere qualcosa, perchè per altri è tutto più semplice.
Il senso della vita che, per chi ha tutto, pensa sia proprio il suo tutto il senso della sua vita, ma se gli si chiede cosa per lui/lei sia il suo senso della vita, non sa cosa rispondere.
Il mio senso della vita è mio figlio... Quel figlio per cui ho dato la disponibilità un giorno di più di 4 anni fa. Quel figlio che stamattina sentivo più vicino che mai nonostante quanto si sente e si legge, perchè se alla fine non sarà N., così come non lo è stato R., prima o poi quegli occhi che incrocerò saranno i suoi, quelli di mio figlio. Perchè per quegli occhi mi sveglio la mattina e affronto quanto c'è da affrontare, perche sono prima di tutto padre di testa, poi di cuore e poi di corpo, come Silva è prima di tutto madre di testa, poi di cuore e infine di corpo.
Genitori di un sogno che presto diventerà realtà. Genitori di una vita che abbiamo forse incrociato e che presto si unirà alla nostra.
E così come il 26 di aprile 2011 ci hanno chiamato urgentemente per parlare di questa possibilità, ora mi aspetto che a breve ci chiameranno per concludere con questo paese. In un modo o nell'altro, ma sempre fine sarà. E a quel punto il cerchio sarà chiuso.

venerdì 21 dicembre 2012

Il tempo passa anche se...

E così si avvicina un nuovo Natale. Si avvicina la fine di questo anno 2012 che alla faccia della scaramanzia ero convinto fosse l'eccezione che confermava la regola e che il detto "anno bisesto, anno funesto" non fosse altro che una rima strana inventata da qualcuno in tempi passati per far credere a chissà quale entità che giocasse con i numeri e le parole... E invece siamo qui, pronti per dimenticare questo anno che di buono ha avuto solo la settimana dal 5 al 12 luglio quando abbiamo conosciuto quello che ancora oggi speriamo e crediamo sia nostro figlio.
Ero convinto che il 12, visto quanto era successo l'anno scorso, fosse il numero giusto, quello che avrebbe portato finalmente gioia nella nostra famiglia, e infatti quel 12 luglio 2012 lasciava presagire che sarebbe andata così; e invece siamo ancora qui, solo noi due ad aspettare che queste feste passino e ad aspettare qualche notizia che ci carichi le batterie.
Quest'anno mi ero ripromesso di non fare ne presepe, ne albero di Natale, di non addobbare la casa, di non mettere i festoni, di non accendere le luci, di non fare regali, di passare questi giorni soli, io e Silvia, perchè come si può festeggiare qualcosa se manca il motivo del festeggiamenti?
Ma poi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che forse almeno presepe e albero potevamo farli, perchè è vero che la nostra vita è ferma a quella settimana, ma la vita intorno a noi scorre e qualsiasi cosa noi facciamo per tenerla ferma, lei corre, continua, fregandosi di tutto, dei nostri desideri, dei nostri bisogni, delle nostre necessità.
Così, in fretta e furia, in queste ultime sere abbiamo fatto quello che dovevamo fare, o meglio, quello che ci sentivamo di fare e stamattina nonostante fosse tardi e nonostante non volessi farlo, appena alzato ho acceso le luci del presepe e dell'albero. E' stato emozionante. La luce, i colori, il calore... qualcosa che mi mancava, qualcosa che non vedevo da troppo tempo nella nostra casa. Mi sono emozionato. Sono andato in camera e ho preso il sonaglietto del nostro piccolino, quello che lui ha toccato, ha ciucciato e ha tenuto tra le sue piccole dita e l'ho messo sull'albero sperando che anche lui, da dove si trova, potesse sentire e vedere quello che io in quel momento stavo provando.

giovedì 29 novembre 2012

Le radici... E il Cielo!

Le radici di una pianta le danno la forza di ergere i propri rami verso il cielo. Il cielo che è sinonimo di vita.
Tutto intorno sembra darci contro, ma abbiamo l'obbligo di trovare la forza dentro di noi per arrivare al nostro cielo!

domenica 18 novembre 2012

I momenti più difficili...

Ho aperto gli occhi e subito ho capito che giornata sarebbe stata. Il suo primo compleanno è arrivato. Mi guardo intorno. La sua cameretta è buia e silenziosa: è vuota. Sono le 6 e fuori è ancora buio. Cammino per la casa e trovo l'ipad. Lo accendo... La luce è forte e intensa, come il significato del suo nome. E lui è li che mi guarda con la solita faccina in cerca di conferme. Torno a letto. Un'altra giornata è iniziata.
Nonostante continuo a essere convinto che ce la faremo, faccio sempre fatica a digerire questi momenti; ricordo quando a maggio festeggiavo il compleanno del piccolo R. Gli avevamo preso una crostatina microscopica... 3 candeline che indicavano la sua età. Sembra passato un secolo ma invece sono passati solo 6 mesi.
Ma oggi no, non lo voglio fare. Oggi è un giorno come un altro. Un giorno come tanti. Parlo con Silvia appena si sveglia e la prima cosa che mi dice è: "quest'anno non voglio festeggiare il Natale". Stesse parole dell'anno scorso nello stesso periodo. Ma stavolta hanno un significato diverso. C'è più rabbia e tristezza... C'è più sconforto.

Ieri mattina al supermercato ho visto mio figlio. Per un attimo ho detto: "sei tu!" Invece era seduto nel seggiolino del carrello insieme ai suoi genitori: padre italiano e madre asiatica. Ma l'incrocio che ne è uscito è il sosia del nostro piccolo N. Con più capelli e la testa leggermente più squadrata, ma penso più per i ciuffi "figli" della notte che per eventuali lineamenti del cranio.

Devo smettere di guardare i figli degli altri. Non posso affezionarmi a loro...
Devo continuare a girare lo sguardo, ma quando loro ti guardano, è impossibile farlo...

Due notti fa ho sognato che camminavamo per una via di Milano. Dalla fermata della metropolitana stavamo tornando verso casa. Camminavamo e Silvia aveva in braccio il nostro piccolo. Aveva più o meno due anni. Aveva una tutina invernale azzurra addosso. Ma faceva caldo, non era inverno e lui non era più un maschietto, ma una femminuccia, con i suoi stessi lineamenti. Io lo guardavo e ogni volta che mi giravo verso di lui il suo viso invecchiava ma il corpo rimaneva lo stesso. L'ultima volta che mi sono girato a guardarlo, aveva il mento allungato e l'espressione di un anziano di circa 90 anni. Ma la pelle era sempre giovane e liscia.

Incrociamo delle persone per strada che ci salutano. Ma tiro diritto. Voglio entrare in fretta in casa.
Entriamo in casa e ci aspettano tutti i parenti e gli amici. Una zia di Silvia vuole prendere in braccio a tutti i costi il bimbo. Vuole stare seduta con lui davanti alla porta in modo che tutti entrando lo possano vedere, salutare, coccolare. E noi siamo in mezzo alla stanza in mezzo a tutte le persone, a sorridere, scherzare e guardare il nostro piccolino...
Ma quando ci giriamo per l'ultima volta, la zia teneva in mano solamente la sua foto.

I sogni si avverano sempre all'incontrario e per tanto attacchiamoci in questa giornata anche a questo pensiero. E via che si riparte e si cerca di ritrovare il sereno nell'animo.


Buon compleanno figlio mio!

giovedì 18 ottobre 2012

Auguri speciali

"Zio Marci e zia Silvia... ci penso io a fare il buon complemese/anno al vostro piccolo angioletto...
Eh! Angioletto per voi, perchè con me a volte sembra proprio un diavoletto! Quando litighiamo intendo! Ma facciamo sempre pace dopo due secondi e ci siamo promessi che non ci divideremo mai! Peccato che non siate qui con noi...
Vi aspettiamo, fate presto! 
T. ; )"

venerdì 28 settembre 2012

In gioco c'è la vita

- "Ehi sai, ho attivato sky, posso guardarmi tutte le partite di calcio che voglio, tra l'altro da qui e per i prossimi 15 giorni a parte due giorni, trasmetteranno sempre partite, ah ah ah ah".
- "Ma che bella la tua acconciatura, mi piace proprio". "Dici? non mi fa troppo vecchia?"
- "Comunque stavo pensando che è meglio disdire, l'abbonamento a sky per i film, tanto mio marito guarda solo le partite e in questi giorni è sempre attaccato alla tv"

Ore 6,40 suona la sveglia, Silvia si gira verso di me e inizia la nostra giornata:
"Allora, cosa pensi? Ce la facciamo? E' impossibile che tutto si fermi; è impossibile che il nostro bambino rimanga la, non può finire così. C'è la convenzione dell'aja ratificata. Non possono bloccare tutto, soprattutto per quelle coppie che hanno già avuto le sentenze..."
Ore 8,00-23,00
"hai letto la notizia sull'agenzia "tal dei tali"?".
"No che notizia? Oh cavoli, e adesso?".
"Ma no dai vedrai che è tradotta male, non può essere così".
"Ma no è proprio così!".
"No non ci credo, come facciamo?"
"Ma cosa pensano gli altri? Prova a mandare una mail".
"Forse è solo una proposta, forse non c'è niente di certo".
"L'agenzia "pinco pallino" riporta la cosa diversamente".
"Si è forse più chiaro ma quando sapremo realmente cosa sta succedendo?".
"Buona notte a tutti".
"Buonanotte Silvia".

Questa è la nostra vita, la vita che va vissuta, la vita che al massimo cosa fa? Ci sputa addosso.
Questa è ormai la vita che un gruppo di famiglie, bene o male, vivono da circa 2 mesi.
Il tutto, per tutti, condito da avvenimenti di vario genere.
ore 17,00: "domani stai a casa, non serve che vieni a lavorare".
ore 18,30: "un piccolo problemino al cuore, un ritardo nel battono, niente di allarmante, continua pure a fare attività sportiva..."
E quindi cosa devo fare? Rido e mi metto a costruire i lego. A 35 anni mi ritrovo la casa, o meglio la cameretta di N. con più lego costruiti di quanti ne avessi nella mia, quando avevo 10 anni.
10 anni, età in cui l'unico problema era quello di non avere pensieri.
E oggi mi ritrovo qui a combattere per dare una vita degna a mio figlio che ancora oggi si trova tanto, troppo, lontano da me, mentre oggi, 28 settembre, si celebra nel mondo "la giornata mondiale a favore dell'aborto".
E quindi cosa posso fare? Rido e costruisco i miei lego.
Rido perché gli occhi ormai sono troppo secchi. Nemmeno il collirio riesce a inumidire le pupille.

- "Ma dai, ma cosa stai dicendo? Non è possibile questa situazione".
- "Ma stai tranquillo e vedrai che tutto si risolve".
- "Ma l'ente cosa dice, e la cai?".

E io che cosa posso dirvi? Se non la stessi vivendo, forse non ci crederei nemmeno io; l'ente sta lavorando per noi e sta facendo tutto quanto è possibile e forse più, per riuscire a venirne a capo.
La cai dice che è in contatto giornalmente con il paese: strano anche io sono in contato giornalmente con il paese (e solo leggendo le agenzie di stampa), ma io non posso fare niente e forse ne so di più addirittura di loro... Ma non è possibile che uno stato non possa fare niente? Poi guardo dall'altra parte dell'oceano e mi rendo conto che gli Stati Uniti, che sono una potenza mondiale più forte dell'Italia, nemmeno loro possono fare niente.

Mi sembra di vivere dentro un film e il titolo è "matrix". La mia vita la decide una persona, devo fare quello che vogliono gli altri e attendere che qualcuno prenda una decisione in modo tale da sapere cosa potrò fare oggi, domani e tra un mese. Se oso ribellarmi, ecco che tutto diventa buio, si accende una luce alogena sopra di me, partono le sirene e il "sig. Smith" della situazione viene a rimettermi in riga e più cerco di ribellarmi più "sig. Smith" arrivano.

Caro Paese Kyrgyzstan qualasiasi cosa deciderai di fare, pensa prima che a noi futuri genitori, a tutti quei bimbi che per brevi o lunghi periodi sono stati tenuti in braccio e coccolati da questi futuri genitori che nel mondo aspettano solo di poter regalargli una VITA. Si perché in gioco c'è solo una vita, quella di questi bambini.

...E nel mondo oggi si celebra la giornata mondiale a favore dell'aborto...

martedì 18 settembre 2012

Non piangere


Ciao mia piccola palla di ciccia... Oggi è il tuo complemese. 10 o 11 mesi non lo sappiamo ancora, e mi sembra assurdo non poter nemmeno sapere la tua data di nascita. Ma si va, 1 mese cosa vuoi che sia? Cosa cambia a livello pratico? Cambia molto, perchè oltre a perdermi ogni giorno della tua vita, al momento non so nemmeno quando sia nato mio figlio...
Ti immagino, nonostante il ricordo di quei giorni sia un po' annebbiato, come sempre intento a fissare ogni singolo angolo della tua stanza, ogni singola cosa che ti circonda, ogni singola azione fatta dalle poche persone che ti stanno intorno.
Ti immagino mentre ancora allunghi le mani per prendere il biberon dei tuoi amichetti, mentre ancora mugugni qualcosa, e mi chiedo se, così come hai fatto come me, stai vomitando addosso alla tata...
Ti immagino mentre racconti qualcosa con il tuo "da-da-da" così come hai fatto con la mamma qualche istante prima o dopo esserti addormentato tra le sue braccia.
Ma tu non piangi mai... Solo quando ti hanno svegliato per toglierti dalle braccia della mamma per rimetterti nel tuo lettino hai pianto.
Un pianto che io non ho sentito perchè quel giorno non potevo stare con voi. Un pianto che però mi sembra di sentire ogni volta che vedo la mamma e ripenso a quando me l'ha raccontato...
Non piangere ancora, perchè sei un bambino forte, più forte del tuo papà che ogni tanto si lascia andare a scatti di rabbia perchè si rende conto di essere impotente e per l'ennesima volta capisce di non poter far niente se non pregare affinchè qualcuno si metta una mano sul cuore e ci permetta di venire a prenderti.
Non piangere ancora perchè non ti abbandono, e se mi stai "ascoltando", dì pure ai tuoi piccoli, ma grandi, amici che anche i loro genitori non li abbandonano e quando qualcuno lo deciderà ci incontreremo nuovamente.
Buon complemese mio piccolo N.

martedì 31 luglio 2012

La foto

Ti ho fatto una foto mentre sei in braccio a chi un domani spero sarà tua mamma.
Si, finchè non sarai a casa con noi non ci saranno certezze, non ci saranno garanzie. Non voglio illudermi ancora, ma dentro di me continuo a crederci...


Stai dormendo... Tu che fino a quel momento sei stato tenuto in braccio solo dalle tate, dopo nemmeno tre ore trascorse insieme, ti sei addormentato tra le sue braccia con il dito in bocca.
Non era la prima volta, era già successo mentre andavate insieme a fare la visita medica e il traballare del pulmino ti aveva cullato a tal punto da farti addormentare.
Tu piccolo che nella tua breve esistenza ne hai vissute molte di più di noi nella nostra vita, ti sei appoggiato al suo petto e hai chiuso gli occhi. Penso che quando un bimbo si addormenta così nelle braccia di qualcuno è perchè si sente al sicuro, si sente protetto, si fida...
Un immagine che anche se non avessi fotografato, difficilmente sarei riuscito a dimenticare.
Dormi sereno piccolo mio, non ti agitare. Al momento i vostri cuori sono si lontani, ma più vicini di quanto puoi immaginare.

mercoledì 25 luglio 2012

Il nido



In 35 anni è la prima volta che mi capita di vedere quanto riporterò di seguito...

Stavo aspettando l'autobus. Sopra la mia testa continuavo a sentire un rumore strano come di legni che si spezzano o picchiano tra di loro; alzo lo sguardo e vedo un piccione che "litiga" con i rami di una pianta.
Mi dico che è proprio stupido; perchè continua a saltare da un ramo all'altro in quella maniera facendosi pure del male, dato che le ali continuano a picchiare contro i rami in quei movimenti così scoordinati? Ad un certo punto ecco che vola via e si "tuffa" dentro un altro albero. Passano pochi secondi e dopo un continuo rumore di ramoscelli spezzati, eccolo che esce fuori dall'albero con nel becco un ramoscello. Rientra nell'albero di prima e continua a far baccano. Rifà l'operazione 3-4 volte in quei 5 minuti di attesa. Alla fine ci sono arrivato: stava costruendo il nido; con il becco spezzava i ramoscelli più teneri che trovava su una pianta che poi trasportava nell'altra pianta e posizionava tra due rami molto vicini tra di loro. Guardando dal basso la cosa, mi chiedevo perchè dovesse fare così tanta fatica, non poteva cercarsi un altro albero o un altro posto un po' meno impegnativo? Poi mi sono detto che quello che stavo vedendo dal basso non era certo quello che lui vedeva dal suo punto di vista o dall'alto...

Così anche tutti noi che continuiamo a porci domande e sembra sempre che cerchiamo risposte a tutto nella speranza che la risposta sia la più semplice di tutte.
In realtà anche noi come quel piccione stiamo costruendo il nostro nido all'interno della nostra coppia per poter presto accogliere chi prima chi dopo un figlio. Quel nido per il piccione rappresenta il posto per deporre le uova, per noi rappresenta un modo come un altro per rasserenare gli animi e prepararci a quel giorno.
Non importano le difficoltà che stiamo affrontando. Non importa se qualcuno ci dice che sarebbe stato tutto più facile se, o sarebbe tutto più facile se... L'importante è fare quello che noi vogliamo e non farci toccare dai pensieri e dalle parole di nessuno. Continuiamo sereni, per quanto possibile, questo cammino e un giorno ci accorgeremo che nel nostro nido è entrato qualcuno.

domenica 15 luglio 2012

ciao R.

Ciao piccolo R. Il giorno dei saluti è arrivato. Il destino ha deciso che non fossi tu nostro figlio. E noi non possiamo fare altro che prenderne atto.
Avevamo già intuito qualcosa mesi e mesi fa e nonostante una voce ai tempi mi disse: "non abbandonarmi anche tu", di certo ormai ho avuto la certezza che quella voce non era la tua.
Quello strano stato d'animo che dal 18 febbraio mi prendeva quando guardavo la tua foto non l'ho voluto mai prendere in considerazione più di tanto. Mi dicevo che era il classico meccanismo di autodifesa per evitare di soffrire ancora. E invece no... Sia io che te sapevamo che sarebbe andata a finire così.
Per un anno sei stato il tramite di chissà quale disegno studiato per noi.
Già l'anno scorso quando ci hanno "presentati" molto probabilmente tu non c'eri già più. Non me la sento di dirti addio, ma semplicemente ciao. Un domani chissà le nostre strade potrebbero incrociarsi ancora, in un altro mondo e con altre storie.
Prepararsi non serve a niente, perché niente e nessuno ci può insegnare ad affrontare la perdita di un figlio anche se solo conosciuto in foto.
Ti posso solo ringraziare e farò in modo di vegliare su di te e di pregare affinché qualcuno dall'alto vegli su di te.
Sei stato colui che mi ha insegnato ad essere padre, seppure solo da una fotografia. Mi hai aiutato a lasciarmi andare, a vedere con occhio di padre tutti i bambini che incontravo sulla mia strada. Mi hai dato molto e di certo darai o starai dando molto a quelle persone che ti stanno tenendo per mano in questo momento.
La vita continua e non importa se a colori o in bianco e nero. L'importante è che continui. Per noi è arrivato il momento di voltare pagina e di dedicarci solo ed esclusivamente a chi sarà nostro figlio.
Ciao piccolo grande R.  




Caro piccolo R., con oggi devo dirti davvero Ciao.... il destino ha riservato per noi e per te una storia diversa, che non si congiungerà mai, se non in un'altra vita.
Non avrei mai voluto che arrivasse questo momento, ma la vita continua e ho dovuto accettare che non fossi tu mio figlio.
I giorni scorsi siamo venuti in quella che, per un po' di tempo, è stata la tua casa... Ti abbiamo cercato, ti vedevamo in ogni bambino che con il sorriso ci correva incontro prendendoci per mano con la speranza che potessimo diventare i suoi genitori.
Ogni volta era un colpo al cuore, da un lato speravo di non trovarti per non soffrire ancora, ma dall'altro avrei voluto incontrarti, almeno una volta. 
Così non è stato, il tuo cammino di vita ha seguito un'altra strada e un'altra famiglia ha deciso di accoglierti.
Di te ci rimane solo una foto, quella foto che un anno fa ci ha insegnato a capire veramente cosa significa amare un figlio, cosa significa "dare tutti noi stessi" per lui.
Ora, piccolo R., è arrivato davvero il momento di dedicarmi a quel bimbo che il destino ha deciso potrebbe essere nostro figlio, sono certa che saprai perdonarmi e capirmi.
Per quanto mi riguarda sappi che non ti dimenticherò mai, sarai sempre nel mio cuore, un cuore di mamma che ha imparato a volerti bene da subito, anche se solo guardandoti su una fotografia. Per te abbiamo fatto tutto, come spero che tanto stiano facendo anche i tuoi nuovi genitori. Anche tu per me hai fatto tanto, mi hai fatto superare tanti limiti e tante paure, per venirti a prendere avrei fatto tutto, così come ho fatto e dovrò ancora fare per il piccolo che spero arriverà nella nostra casa.
Ti auguro tutto il bene del mondo, ti ricorderò ogni giorno nei miei pensieri... 
Grazie.
Ti abbraccio infinitamente.
La tua quasi mamma.

lunedì 2 luglio 2012

giorni e giorni...

Ci sono dei giorni che sarebbe meglio stare in silenzio. Ma le parole escono anche senza volerlo.
Ci sono dei giorni che si vorrebbe dire qualcosa... Ma non si trovano le parole da dire.
Oggi è uno di quei giorni. Ho voglia di scrivere, di parlare, ma non so nemmeno cosa dire.
Provare a non pensare a tutto non serve a niente.
Provare a buttarsi a piedi uniti solo nel rapporto con Silvia nemmeno.
Abbiamo passato un(?) sabato e una(?) domenica a sperare arrivasse prima il lunedì. 
Non è più vita questa. E quando arriva il lunedì mi ritrovo senza forze perchè naturalmente il sabato e la domenica ho fatto di tutto, tranne che provare a riposare.
Mi continuo a dire: arriverà la fine... Ma non sarà mai la fine, perchè anche quando riusciremo a partire, dovremo tornare senza il bambino e poi dovremo aspettare ancora e ancora per poterlo andare a riprendere...
E come si vivrà questo periodo?
"Bene" perchè eccitati dall'averlo visto e ricaricati per un nuovo periodo da affrontare senza di lui.
Male perchè se ora ogni singolo istante ci sembra interminabile, chissà cosa sarà dopo.
Provo a ricercare il mio io, la mia storia, la nostra unicità di coppia, la nostra storia, il nostro destino il nostro presente e il nostro domani... Non trovo nulla e mi continuo a dire che tutto passerà quando finalmente mi diranno il giorno della partenza.
Non riesco più a concentrarmi sul fatto che prima o poi tutto si concluderà e poco importa il quando tanto siamo in dirittura di arrivo. Ora voglio anche io la mia data di partenza!
Ma perchè ogni volta che potrebbe arrivare il nostro turno, chi c'è dietro il bancone decide di andare in "pausa caffè"?
Non ce la faccio più!

venerdì 15 giugno 2012

E con oggi...

Caro R., vedrai altre persone venire a trovare i tuoi amichetti e le tue amichette...


Non ti preoccupare, tra poco arriveremo anche noi. Saremo li solo per Te. Non essere triste e non sentirti abbandonato se queste persone staranno con gli altri bimbi. 
Sono i loro papà e mamma, quelli che tra poco anche tu incontrerai...

mercoledì 23 maggio 2012

TANTI AUGURI

- 23 maggio 2011: non sapevamo della tua esistenza
- 23 maggio 2012: ci sei, ma sei ancora "lontano"


TANTI AUGURI (С Днем Рождения)


E anche questo giorno è arrivato. Uno dei tanti che non stiamo passando assieme. Uno dei tanti che sicuramente a breve recupereremo.
Lo sapevo che sarebbe successo, ma pensavo di essere pronto; invece no.
Stamattina mi sono ritrovato a piangere come un bambino. Ho trattenuto i singhiozzi per non svegliare Silvia. L'avevo già esasperata ieri con atteggiamenti a dir poco odiosi, come del resto i 3 giorni precedenti. Anche adesso mi sto trattenendo ma gli occhi sono lucidi e i brividi mi corrono per tutto il corpo.
Lo so, stiamo navigando a vista, finalmente la terra ferma si vede ma dal porto ci dicono che non possiamo ancora attraccare.
Stiamo aspettando che ci diano il permesso per farlo...
Caro R, da domani inizierai a vedere persone che entreranno nella "tua casa". Ti guarderanno come guarderanno tutti i tuoi amichetti e le tue amichette.
Forse vi porteranno dei regali o forse non vi porteranno niente.
Di certo, il Vostro sguardo cercheranno di non incrociarlo per paura di sentirsi dentro un vuoto enorme per dovervi lasciare tutti.
Loro saranno i genitori dei tuoi compagni di avventura. Coloro che ti hanno fatto compagnia fino ad oggi e che forse in un qualche modo un domani ritroverai in Italia.
Di certo ci sono altri 5 amici che rivedrai spesso. Insieme ai loro genitori stiamo aspettando di poter venire a trovarti. Stiamo aspettando la nostra data, il nostro ok per poter lasciare il mare che ormai non è più burrascoso ma è tranquillo e il sole è di nuovo a splendere nel cielo azzurro.
Aspettaci, stiamo arrivando...

venerdì 4 maggio 2012

5, 3 & 35

Ci siamo, maggio è arrivato. Penso sia il mese migliore del periodo primaverile. Se potessi rappresentarlo con un fiore, userei la rosa. Una rosa rossa grossa e profumata nel momento di pieno vigore. Un rosso  acceso con un profumo talmente intenso da risultare quasi fastidioso.
Il mese in cui Tu piccolo mio sei nato. Il mese in cui festeggeremo i tuoi 3 anni, forse lontani ma sicuramente più vicini di quanto immaginiamo. Finalmente le notizie che arrivano sono confortanti. Non penso ci riguarderanno in prima persona a me e tua mamma, ma finalmente le cose iniziano a muoversi e questo era quello che stavamo aspettando.
E' il mese in cui io compirò 35 anni esattamente tre giorni prima di te.
Quanti numeri che abbiamo analizzato in questi mesi per vedere se alla lunga sarebbero "ritornati" in qualche modo per dare vita a delle coincidenze senza precedenti.
Ma come spesso mi dico non credo alle coincidenze. Tutto avviene per una logica strana che quando meno ce lo aspettiamo, ci compare davanti agli occhi in una maniera talmente semplice che nemmeno si poteva immaginare.
5, 3 e 35. Il momento del nostro incontro piccolo mio si avvicina. E mi sento finalmente sereno, senza più rancore, senza più amarezza nel cuore. Solo con la consapevolezza di essere pronto per un pianto di gioia liberatorio. Oggi, domani o quando sarà ormai poco importa. Il nostro incontro è ormai vicino. Lo sento e lo "vedo" come vedo semplicemente questi tre numeri: 5, 3 e 35.
Ho la pelle d'oca mentre scrivo queste righe. Ah già, cos'è un oca? ahahahahahahah.
Ti spiegherò tante cose quando saremo insieme e so già che troverò delle difficoltà. Già adesso mi risulta difficile spiegarti cos'è un oca. Te le farò vedere, sarà più facile poi capire.
A presto...

giovedì 19 aprile 2012

Un sorriso tra le nuvole

Stamattina come tutte le mattine stavo salutando R.
Il cielo di Milano era ed è coperto da un manto di nuvole bianche e grigie che non promettono nulla di buono. Belle spesse e dense da sembrare oltre un muro di nuvole, neve su prati innevati.
Ero sul bus e stavo per passare sotto il ponte della stazione di Lambrate. In quel momento alzo lo sguardo verso il cielo e cosa vedo? Tre buchi azzurri, limpidi e puliti che si fanno spazio tra quelle nuvole dense formando due occhi ed un sorriso.
E' stato un attimo, non ho avuto nemmeno il tempo di ragionare e di tirare fuori il telefono per fotografare quella "cosa".
L'autobus è passato sotto il ponte e appena uscito dall'altra parte, cambiata l'angolazione di visione, o forse per il movimento impercettibile delle nuvole, quello spettacolo era sparito.
Stamattina da quando mi sono alzato ho addosso una leggera carica di ottimismo che non so a cosa sia dovuta.
Cercherò di trasmetterla a Silvia e a tutte le nostre amiche coppie che stanno affrontando insieme a noi questa avventura...
Grazie R. per i tuoi continui segni e per la tua continua presenza...

giovedì 12 aprile 2012

Ho fatto un sogno...

Ero a Dobbiaco, precisamente a Monte Rota, nel maso della famiglia che per parecchi anni ha ospitato me, mia sorella e i miei genitori, per il mese di agosto.
Ero nella cucina insieme a Silvia, appoggiato alla stufa a parlare con la padrona di casa che intanto era dietro al tavolo, spalle alla finestra che stava stirando. Ad un certo punto si affaccia sulla porta la figlia minore (l'ultima di sette figli) che mi ha salutato e si è tolta le scarpe prima di entrare in cucina.
Improvvisamente mi ritrovo fuori dalla casa. Di fronte a me quel panorama stupendo che si vede dal giardino a 1600 metri di altezza: le montagne che sovrastano il lago di Dobbiaco. Era tutto grigio. Il cielo era grigio, come se dovesse arrivare la fine del mondo, o come se ci fosse appena stata. Solo la cima delle montagne era colorata. Le cime erano tutte arancioni, per via del sole che stava nascendo o tramontando...


Poi mi sono svegliato come sempre sereno.


In questi mesi ne ho fatti tanti di sogni più o meno premonitori e tutti in qualche modo si sono avverati.
Quello che mi auguro adesso è che finalmente, dopo questi due mesi cupi e pieni di disperazione, il sole possa tornare a splendere non solo sulla cima delle montagne, ma dappertutto.
Ad essere sincero però, per me che ho sempre immaginato questo percorso come una sorta di camminata per arrivare in cima ad una montagna, sognare il sole sulle cime deve essere per forza di buon auspicio...

mercoledì 11 aprile 2012

L'amore è una cosa semplice

(da: l'amore è una cosa semplice di Tiziano Ferro)


Ho un segreto 
Ognuno ne ha sempre uno dentro. 
Ognuno lo ha scelto o l’ha spento. 
Ognuno volendo e soffrendo 
E nutro un dubbio 
non sarà mai mai mai inutile 
ascoltarne l’eco 
consultarlo in segreto 
ed è l’estate che torna 
sembrava lontana 
o tutto è più triste 
oppure resiste 
quello sguardo da oltraggio che insinua...



Ti verrò a prendere con le mie mani 
Sarò quello che non ti aspettavi 
Sarò quel vento che ti porti dentro 
E quel destino che nessuno ha mai scelto 
E poi... l’amore è una cosa semplice 

e adesso, adesso, adesso...
te lo dimostrerò


Questo sono io 
E sono io nell’attimo in cui ho deciso 
Che so farti ridere ma mai per caso 
Sono io se ritorno e se poi vado 
Questa è la mia gente 
Sono le mie strade e le mie facce 
I ponti che portano a quando ero bambino 
Bruciando ricordi ed essendo sincero 
Rimango presente ma non sono come ero 
E quella voglia di dirti ridendo



Ti verrò a prendere con le mie mani 
Sarò quello che non ti aspettavi 
Sarò quel vento che ti porti dentro 
E quel destino che nessuno ha mai scelto 
E poi l’amore è una cosa semplice 

e adesso, adesso, adesso 
te lo dimostrerò


Amore mio, prendi le mie mani ancora e ancora, 
come chi parte e non saprà mai se ritorna. 
Ricorda, sei meglio di ogni giorno triste, 
dell'amarezza, di ogni lacrima, 
della guerra con la tristezza. 
Tu sei il mio cielo.


Ti verrò a prendere con le mie mani 
Sarò quello che non ti aspettavi 
Sarò quel vento che ti porti dentro 
E quel destino che nessuno ha mai scelto 
E poi l’amore è una cosa semplice 

e adesso, adesso, adesso 
te lo dimostrerò 

sabato 31 marzo 2012

La cura

Sono "ammalato" da tanto tempo, forse troppo. L'unico contatto che ho con il mondo esterno è una finestra chiusa che non posso nemmeno aprire. Il caldo, il freddo, il vento, l'aria potrebbero semplicemente peggiorare la mia situazione, ulteriormente aggravata da notizie che mai riescono ad alleviare il dolore.
Vedo vivere la vita degli altri tra molte gioie e mille dolori.
Persone che corrono e non si accorgono nemmeno che qualcuno alla finestra li guarda e non riesce nemmeno a chiedere "aiuto" perché il vetro che li divide sembra essere insonorizzato e oscurato.
Persone che se ne vanno e dimenticano di chiederti come stai perché hanno la loro vita. Il telefono non suona più e quello che provi dentro è un mix di rabbia e dolore condito da un non so che di malinconia.
Vedo le persone che litigano, urlano perché al momento non riescono a godere, nonostante tutto di quello che hanno, seppur poco, ma sempre molto di più di quello che io ora posso avere.
Vedo persone felici giocare con i propri figli.
Vedo persone impegnate a conversare al cellulare e non si accorgono nemmeno che la persona con cui stavano camminando è rimasta indietro.
E io sono qui, sempre dietro questo vetro a consumarmi dentro senza poter chiedere a nessuno qualcosa, senza poter avere risposte, senza che nessuno mi dia dei perché...
Provo tutte le cure possibili, mix di allegria e gioia che non riescono a colmare il dolore... Ci provo a sorridere e penso che potrebbe andare perfino peggio. Peggio di cosa se per me, io sto vivendo il peggio?
Potrei forse chissà, morire? Morire fisicamente è niente rispetto al morire dentro.


E POI ECCO CHE ARRIVA LA CURA... UNA VOCE DENTRO CHE MI DICE SONO QUI, VIENI A PRENDERMI TI STO ASPETTANDO, NON ABBANDONARMI.
SENTO NASCERE DENTRO DI ME LA VITA E PROVO AD APRIRE QUELLA FINESTRA CHE TUTTI MI HANNO DETTO CHE DOVEVO TENERE CHIUSA. SENTO CHE L'ARIA, IL VENTO IL SOLE IL CALDO, IL FREDDO NON POSSONO FARMI NIENTE DI MALE. SENTO LE URLA DEI BIMBI CHE CORRONO NEL GIARDINO DI FORNTE A CASA E I PROFUMI DELLA PRIMAVERA.
MI SENTO MEGLIO. DOPO QUASI DUE MESI, SENTO FINALMENTE SCORRERE LA VITA NEL MIO CORPO. PROVO GIOIA E CALORE.
SARA' STATO UN MIRACOLO O FORSE SEMPLICEMENTE LA CURA GIUSTA. CONTINUO A CHIEDERMELO. L'UNICA COSA CHE SENTO E RICORDO SONO SOLO QUELLE LONTANISSIME PAROLE: "HO BISOGNO DI TE NON MI ABBANDONARE ANCHE TE".
CARO MIO DOLCISSIMO R. MI HAI INSEGNATO MOLTO ANCORA PRIMA DI CONOSCERTI E QUANDO PENSAVO DI AVERTI PERSO TU MI HAI DETTO CHE C'ERI. MI HAI DETTO CHE MI HAI CERCATO E MI HAI DETTO CHE MI AVRESTI ASPETTATO.
ARRIVERO' MA NON SO QUANDO, SPERO PRESTO E ALLORA MI PRENDERO' CURA DI TE COME TU HAI FATTO CON ME!

venerdì 9 marzo 2012

"Ascoltami ancora"

Se sono un bambino, sfuggito al carnaio notturno,
trattenuto da un filo d'amore lanciato da chissà dove.
Se sono un bambino caduto dal nido, abbandonato da madre e padre,
rapiti o mortalmente feriti alle sbarre della loro gabbia.
Se sono un bambino nudo, senza panni d'amore, o con panni imprestati,
ma col diritto di vivere, perchè sono vivo.
E se nello stesso istante persone innamorate piangono davanti ad una culla vuota,
consumandosi nel desiderio di accarezzare un bimbo,
Se sono ricchi d'amore che ritengono sprecato, e vogliono gratuitamente donarlo,
perchè cresca e fiorisca ciò che non hanno piantato, 

Allora io voglio che vengano silenziosamente a chiedermi
se io desidero adottarli come miei genitori del cuore.
Ma non voglio dei fanatici del bambino, come collezionisti d'arte
che cercano febbrilmente il pezzo raro che manca alla loro vetrina.
Non voglio clienti che hanno fatto l'ordinazione e, pagata la fattura,
reclamano il loro bebè prefabbricato,
Perchè non sono fatto per salvare genitori dalle membra amputate,
ma loro sono stati fatti, misterioso percorso, magnifico progetto,
per salvare dei bambini dal cuore malato, forse anche condannato.

.....E sarà come addormentarci l'un l'altro........
Io berrò un latte di cui ignoravo il sapore,
Ascolterò musiche sconosciute, imparerò nuove canzoni
Sulle vostre dita, sulle vostre labbra genitori adottati,
decifrerò lentamente l'alfabeto della tenerezza.
E l'amore sconosciuto per me prenderà volto
alla luce dei vostri occhi.
Voi innesterete le vostre vite sulla mia crescita selvatica,
e grazie a voi io rinascerò una seconda volta
Così sarò ricco di quattro genitori,
due lo saranno della mia carne, e due del mio cuore e della mia carne cresciuta.
Voi non giudicherete i miei genitori sconosciuti,
li ringrazierete e mi aiuterete a rispettarli,
Perchè dovrò riuscire lo so, ad amarli nell'ombra,
se un giorno vorrò poterli amare nella luce.
E se in una sera di tempesta, adolescente focoso, impacciato di me stesso,
io vi rimprovererò duramente di avermi accolto,
Non vi addolorate, amatemi ancor di più:
lo sapete, perchè un innesto prenda, ci vuole una ferita, e, chiusa la ferita,
rimane la cicatrice......

Ma io sogno.....
Io sogno, perchè non sono che un bambino in viaggio,
lontano dalla terra ferma,
la mia parola è muta e il mio canto senza musica,
Ciò che vi dico piano non potrò dirlo ad alta voce
Se non il giorno in cui, avendomi voi adottato,
Mi avrete messo in cuore tanto amore e autentica libertà,
Sulle mie labbra parole sufficienti,
Perchè possa dire: papà, mamma io vi scelgo e vi adotto

...... Allora saprete che il vostro amore è dono, e che è riuscito".

Michel Quoist
(dal testo "Parlami d'Amore")

martedì 6 marzo 2012

che gran confusione

Ho dentro una confusione tale e un mix di emozioni che ormai non riesco nemmeno più a capire... 
Avevo immaginato l'incontro con R. fino quasi a crearmi una sorta di vita parallela in cui riuscivo a sentire chiudendo gli occhi il contatto con il suo corpo, in cui riuscivo a vedere il suo sguardo, in cui riuscivo a sentire i rumori e gli odori che mi e ci avrebbero circondato.
Passano 2 minuti e il pensiero corre a quando dovrò ripreparare tutti i documenti perchè anche se riusciremo a partire per il Kyrgyzstan appoggiandoci ad un altro ente è quasi escluso che gli "abbinamenti" resteranno. Certo potranno rifarli uguali magari, ma bisogna capire se quei bimbi ci saranno ancora... E qui altre paure per eventuali nuovi intoppi creati come in passato da Milano...
E poi l'ansia nel pensare che l'unica possibilità di partire sarebbe legata a un altro ente ma soprattutto a una risposta che questo ente sta aspettando ma che continua a tardare ad arrivare...
Passano altri 2 minuti ancora e il pensiero vira sugli altri due paesi che ci hanno proposto: bello, penso che sia tutto un po' più certo, ma poi penso al fatto che anche quest'anno passerà e noi saremo ancora in due mentre fino a 2 mesi fa eravamo certi saremmo stati in tre...
Passano ancora 2 minuti e penso che questa estate la passeremo ancora da soli e mi pesa una cifra. L'estate... L'unico mese quello di agosto in cui saremmo o sarei potuto stare solo con mio figlio. Dove nessuno me lo avrebbe potuto togliere dalle braccia. Dove i nonni, gli zii, gli amici sarebbero stati lontani, molto lontani. Dove io e Silvia ci saremmo potuti godere nostro figlio... E invece questa più delle atre, penso sarà l'estate più difficile.
Passano altri 2 minuti e via che il pensiero corre all'anno prossimo a quando... E qui si ferma perchè ho paura di pensare che saremo felici.
Sto elaborando tutto giorno dopo giorno.
Mi sembra di essere un nuovo incrocio tra specie: tra una lumaca e un gambero. Ogni passo lento che faccio in avanti, ne faccio tre indietro velocissimi...
Non sono sfiduciato perchè sto cercando in tutti i modi di avere delle certezze per poter riprendere e /o continuare questo cammino, ma i sentimenti che mi frullano nella testa sono indescrivibili...
La cosa che mi fa stare più male è che nessun psicologo o assistente sociale ci insegna ad affrontare questi momenti; sono capaci di mettere solo una x sul fatto che potresti essere o non essere all'altezza di affrontare questo percorso. All'altezza di cosa poi se quando c'è da spiegare cosa fare in certi momenti ti senti solo dire che bisogna reagire? Questo lo sapevamo benissimo a prescindere dagli 8 mesi di corsi e incontri e menate varie.

venerdì 24 febbraio 2012

Buona fortuna...

Voglio provarci a crederci fino in fondo. Voglio combattere contro la scaramanzia...
Le voglio provare tutte... 
Da sabato pomeriggio nella mente scorrono le parole di questa canzone.
Le voglio URLARE, con la speranza che il sogno possa continuare nonostante quanto ci è stato comunicato...


Per un piatto di allegria
per una nuova compagnia
per te...
buona fortuna
per un anno in più
per quello che vuoi tu...

Per le notti piene di idee
e di dolci malinconie...
buona fortuna
che non basta mai
per te che te ne vai...

Buona fortuna
per un'altra età
per quello che verrà...
buona fortuna
che non basta mai
a te che te ne vai...

Per un bacio dato via
per un amore chiuso per addio...
buona fortuna
per quel po' di me
che porterai con te...
per le storie perse qua e là
per la vita che se ne va...
buona fortuna
che non basta mai
a te che te ne vai...

Per te
che te ne vai...
per te...
per te che te ne vai



(Claudio Baglioni)

mercoledì 8 febbraio 2012

Una canzone... un sentimento...

Sembra strano, ma ogni volta che ascoltiamo la radio o un cd ritroviamo spesso nei testi delle canzoni, alcune strofe o parti di strofe che rispecchiano in pieno quanto stiamo vivendo...
In questo post per tanto le voglio riportare di volta in volta, aggiornando la pagina ogni qual volta sentiremo quelle parole che descrivono in pieno il nostro stato d'animo...


"...Guardo la vita in foto e già è arrivato un altro inverno,
Vorrei che fosse oggi, in un attimo già domani, per reiniziare, per stravolgere tutti i miei piani, perchè sarà migliore e io sarò migliore, come un bel film che lascia tutti senza parole..."


"...Arriverà la fine, ma non sarà la fine, e come ogni volta ad aspettare e fare mille file, con il tuo numero in mano e su di te un primo piano..."


"E tu chissà dove sei anima fragile..."


"...amore dato, amore preso, amore mai reso, amore grande come il tempo che non si è arreso, amore che mi guarda coi tuoi occhi qui di fronte... sei tu... sei tu.... sei tu... il regalo mio più grande..."


"...perchè la pazienza, fa dannare, per chi si innamora... senza volerlo fare...."

domenica 5 febbraio 2012

"Prigionieri"

COMPLEANNO (14 maggio 1944)
Oggi il mio bambino compie il quarto anno.
Io rivivevo in lui la mia fanciullezza, ed ora egli mi sfugge.
Conto i suoi giorni, con i miei e - per quanto prigioniero - vorrei che il tempo non passasse mai.



tratto dal "Diario Clandestino" scritto da Giovanni Guareschi 

sabato 28 gennaio 2012

La casa dei sogni

"C’era una volta, tanto tempo fa, un anatraccolo che svolazzava tutto solo tra i sentieri di un bosco, all’apparenza sconosciuto.
Era timoroso, perchè sapeva di aver già visto quei posti, ma non ricordava dove mai li avesse visti...
Ad un certo punto si imbattè in una casetta tutta colorata. Rimase stupito perchè non capiva come potesse esserci una casetta simile in mezzo ad un bosco.
Incuriositò ci entrò. Trovo subito una grande stanza con altri animaletti che ridevano, saltavano, giocavano, mangiavano e bevevano; si stavano divertendo. Stava per entrare in quella stanza, ma qualcosa catturò la sua attenzione: una scala...
Iniziò, con dei piccoli salti, a salire un gradino per volta. Arrivò al primo piano della casa e si guardò intorno. C’erano tante porte ma tutte chiuse a chiave. Sconsolato stava per tornare indietro, quando improvvisamente vide una nuova scala comparire. Sempre incuriosito partì alla volta del secondo piano... Era un po’ perplesso perchè si domandava come potesse una casa così piccola avere così tanti scalini. Ma era troppo curioso e continuò a salire. Anche al secondo pianto c’erano una serie di porte, ma ancora chiuse.
Stanco e rassegnato era pronto nuovamente a scendere, quando, per la terza volta, ecco comparire un’altra scala. In cima ad essa c’era una porta aperta e attraverso la porta passava della luce. Salì ed entrò nella stanza... Era piena di pennarelli, matite colorate, fogli e disegni; c’era un grande letto dalle lenzuola rosse e tutta la stanza aveva pareti in vetro trasparente. L’anatroccolo si avvicinò alle finestre e vide che intorno alla casa il bosco era sparito e c’erano tantissime altre case. Ma qualcosa catturò la sua attenzione: una montagna, altissima, maestosa, ricca di piante e di sentieri.
Era emozionato e si domandò se mai un giorno sarebbe riuscito ad arrivare a quella montagna. Era così piccolo e quella montagna così grande; ma lui voleva arrivarci proprio in cima. Voleva vedere il mondo in piccolo. Vedere come tutti gli animali più grossi di lui erano alla fine piccoli quanto lui.
Si girò come se volesse togliere dai suoi occhi quell’immagine e a quel punto, si accorse che nella stanza c’era una grandissima aquila dalle piume dorate. Senza saperlo era finito nel suo nido. Rimase estasiato. La grande aquila, senza dire niente, lo avvicinò a se, lo strinse forte e gli diede un bacio. Improvvisamente, l’anatroccolo si sentì più forte e svolazzò fuori dal nido, pronto per iniziare la sua nuova avventura su per la montagna. Le sue paure erano sparite, la sua voglia di scoprire cosa ci fosse in cima alla montagna invece, aumentò."