lunedì 29 agosto 2011

Racconto popolare Kyrgyzo

"Subito dopo la creazione Dio si dedicò a suddividere la Terra in porzioni da assegnare ad ogni popolo. Allora il Kirghizo, in fila assieme agli altri in attesa del proprio turno, considerò che Dio ci stava mettendo troppo tempo e che sarebbe dovuto ritornare a badare alle proprie pecore. Ma quando ritornò scoprì che Dio aveva completato la distribuzione e gli chiese: “Quale parte di terra potrò chiamare mia?” allorché Dio rispose che oramai tutta la terra disponibile era già stata distribuita, che non ce n’era più. I kirghizi allora dissero che non avrebbero avuto bisogno di una parte molto grande, che non avrebbero preteso grandi ricchezze, solo del necessario per far pascolare i propri greggi. Ascoltando queste parole Dio ebbe compassione di loro e ammise che effettivamente era rimasto un piccolo appezzamento di terra: si trattava di un giardino che avrebbe voluto tenere per sé, per riposare dalle proprie fatiche. Ma colpito dall’umiltà e dal buon cuore del popolo kirghizo decise di concedergli quello splendido fazzoletto di terra e di permettergli di pascolarvi i propri animali."




venerdì 19 agosto 2011

il mio diario 19/8/2011

Il numero 12 in questi ultimi 2 mesi ha avuto un'importanza particolare:
Il 12 di luglio ci veniva abbinato il piccolo R.
Il 12 di agosto esattamente un mese dopo, scoprivamo il secondo rinvio, in pochi giorni, al viaggio per assistere alla sentenza.
A questo punto mi auguro che il 12 di settembre sia una data da ricordare per qualcosa di nuovamente positivo. In questo percorso non esistono coincidenze. Tutto segue una logica e ogni data riporta ad altre date, come ogni evento, riporta ad altri eventi.
Continuiamo a tenerci aggiornati sull'evoluzioni delle elezioni dei giudici in Kyrgyzstan. 
Le cose sembrano procedere, certo è che ogni giorno che passa è motivo di ansia.
Sappiamo che entro breve le nomine dovranno concludersi, anche perchè nel paese ci sono in ballo numerose sentenze di pene per i detenuti, per cui non credo che potranno gestire ancora per molto i numerosi ritardi.
Al momento ci è stato comunicato che dovremo aspettare fine settembre, ma davvero mi auguro che il 12 di settembre porti novità. I miracoli talvolta succedono e anche se chi sta all'ultimo piano, al momento ha per la testa altre cose, non è detto che non possa trovare un istante anche per noi.
Lo sconforto ultimamente torna a bussare alla nostra porta. 
Ci domandiamo come starà R.? Come crescerà? Lo tratteranno bene? Cosa farà tutto il giorno?
E più passa il tempo, più ci rendiamo conto che nonostante nell'istituto possano trattarlo benissimo, lui in fin dei conti è solo. Gli manca quell'affetto che solo due genitori possono dargli per aiutarlo a crescere.
Gli manca una VITA.
A volte ci domandiamo perchè devono esistere questi ritardi e perchè tutto deve essere sempre così difficile. Perchè ci sono persone che basta che schiocchino le dita e ottengono quello che vogliono, mentre per altri è una perenne e lunga attesa?
Poi mi rendo conto che insieme a noi, ci sono altre 17 coppie che stanno vivendo la nostra situazione e altre coppie che stanno ancora peggio, nel senso che attendono il nostro viaggio prima di poter vedere loro figlio almeno in foto.
Che fare quindi? Non lo so.
Di certo cercare di essere positivi, incrociare tutto quello che si può incrociare e perchè no, pregare...

martedì 2 agosto 2011

Quella "strana" presenza

Lunedì 1 agosto ore 23,30
Mi preparo per andare a dormire; mentre stendo mi rendo conto che un'altra giornata è passata. 
La mattina mentre staccavo la pagina del giorno e mese precedente dal calendario, lo sguardo si sofferma sulla frase della giornata: "Gesù volgi lo sguardo su mio figlio".
Chiamo subito Silvia e insieme ci diciamo che sembra fatta apposta per noi questa frase. 
Comunque sia, sostituisco anche la pagina del calendario fatto da me e mi trovo una bella foto di un paesaggio fatta l'anno scorso in Toscana. In primo piano una vigneto che via via lascia spazio alla terra brulla della collina. In fondo, in secondo piano, stampata nel cielo azzurro, la sagoma di una casa isolata nella campagna. L'ho preso come un segnale. Finalmente si vede la casa e finalmente inizia il mese di agosto, quello che potrebbe portarci a incontrare R.
Raggiungo così Silvia a letto. Era già addormentata, il respiro pesante.
Il tempo di appoggiare la testa sul cuscino e lei mi dice: "oh mamma... R., mi ha dato una carezza sulla spalla. Ho sentito la sua piccola mano sulla spalla che mi accarezzava, solo una volta. E' stata una sensazione strana."
Non le ho dato molto peso, capita ogni tanto che parli nel sonno o che si "immagini" delle cose. Così le ho fatto un paio di domande per "reggere il gioco". Dopo la prima domanda mi sono reso conto, che era sveglissima. Non era nel dormi veglia. La mano di R. l'aveva sentita davvero.
I legami tra genitori e figli si creano ancor prima che si incontrino. Quando in una maternità biologica si sente crescere un bimbo nella pancia arrivano una marea di segnali al corpo della mamma. Così, anche in questa "gestazione" tutto sembra avere un senso.