martedì 2 agosto 2011

Quella "strana" presenza

Lunedì 1 agosto ore 23,30
Mi preparo per andare a dormire; mentre stendo mi rendo conto che un'altra giornata è passata. 
La mattina mentre staccavo la pagina del giorno e mese precedente dal calendario, lo sguardo si sofferma sulla frase della giornata: "Gesù volgi lo sguardo su mio figlio".
Chiamo subito Silvia e insieme ci diciamo che sembra fatta apposta per noi questa frase. 
Comunque sia, sostituisco anche la pagina del calendario fatto da me e mi trovo una bella foto di un paesaggio fatta l'anno scorso in Toscana. In primo piano una vigneto che via via lascia spazio alla terra brulla della collina. In fondo, in secondo piano, stampata nel cielo azzurro, la sagoma di una casa isolata nella campagna. L'ho preso come un segnale. Finalmente si vede la casa e finalmente inizia il mese di agosto, quello che potrebbe portarci a incontrare R.
Raggiungo così Silvia a letto. Era già addormentata, il respiro pesante.
Il tempo di appoggiare la testa sul cuscino e lei mi dice: "oh mamma... R., mi ha dato una carezza sulla spalla. Ho sentito la sua piccola mano sulla spalla che mi accarezzava, solo una volta. E' stata una sensazione strana."
Non le ho dato molto peso, capita ogni tanto che parli nel sonno o che si "immagini" delle cose. Così le ho fatto un paio di domande per "reggere il gioco". Dopo la prima domanda mi sono reso conto, che era sveglissima. Non era nel dormi veglia. La mano di R. l'aveva sentita davvero.
I legami tra genitori e figli si creano ancor prima che si incontrino. Quando in una maternità biologica si sente crescere un bimbo nella pancia arrivano una marea di segnali al corpo della mamma. Così, anche in questa "gestazione" tutto sembra avere un senso.

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