venerdì 29 aprile 2011

Il lungo viaggio

C’era una volta, tanto tempo fa e molto lontano da qui, un bambino molto piccolo. La vita però gli aveva già regalato molte brutte esperienze. Era triste e abbandonato. Si svegliava tutte le mattine al freddo e non sentiva mai l’abbraccio caloroso di una mamma e di un papà. Gli unici amici che aveva, erano gli animaletti del bosco, che lo andavano a trovare tutti i giorni.
Una mattina decise di partire per un lungo viaggio. Voleva trovare qualcuno che gli donasse quello che nella vita, seppur breve, non aveva mai avuto e che di certo non conosceva; così quando l’orsetto Palla di Pelo entrò come ogni mattina dalla finestra, per scaldarlo e per fargli compagnia, il piccolo gli chiese in wawawaese, che è l’unica lingua che mette in comunicazione bambini e animali, di aiutarlo a scappare. Palla di Pelo non ci pensò un attimo e prendendolo con delicatezza per il vestitino lo accompagnò fuori, in mezzo ad un prato, lontano da quella triste e fredda casa. 
Quel grande e immenso mondo faceva paura al piccolino. Per lui tutto era nuovo e capì subito che la strada che avrebbe dovuto intraprendere, sarebbe stata lunga e difficile. Non sapeva dove andare e soprattutto come muoversi. Ad un certo punto in lontananza qualcosa catturò la sua attenzione. 
C'era uno strano oggetto, per lui altissimo, aveva 4 piccole ruote alla base, una specie di lettino a metà della struttura e due aste, lunghe, che sporgevano in avanti. Incuriosito provò, con qualche difficoltà, a intrufolarsi dentro quel lettino. Vi trovò una copertina di lana rosa; riconobbe subito il calore della lana perchè gli ricordava molto il manto della sua amica pecorella Be-Be, che insieme all’orsetto Palla di Pelo, tutti i giorni lo andava a trovare. Nel lettino c’era anche una specie di cuffietta azzurra e una cordicella. 
Una volta intrufolato però, non capì cosa dovesse fare.
Iniziò allora a chiamare i suoi amici animaletti... I primi a venirgli in soccorso, furono due rondini che gli dissero che si trovava in una carrozzina, una sorta di mezzo di trasporto che si usa per portare a spasso i bambini piccoli. Aggiunsero anche che se lui avesse messo nel loro becco la corda che aveva trovato, e l’avesse legata alle estremità delle due aste, loro l’avrebbero trainato. Così fece e in quel momento il viaggio del piccolo ebbe inizio... Passavano i minuti e le ore, e al piccolino il viaggio mise fame. Così sulla strada incontrò la Mucca Muuu che gli diede del latte da bere; poi incontrò la mucca Milka che gli diede della cioccolata da mangiare e via via che andava avanti, trovò tanti altri animali che gli diedero qualcosa, come la Capretta Beee che gli diede del formaggio e la Scimmietta Cita, delle banane.
Un giorno purtroppo, il piccolo si ammalò. Gli venne una forte febbre e le rondini, decisero di portarlo nella tana di Mamma Orsa per farlo curare. Mamma Orsa insieme a Palla di Pelo lo scaldarono, gli diedero del miele da mangiare mentre le rondini svolazzavano nel bosco alla ricerca di erbe e radici per poterlo guarire. 
Una volta guarito, il piccolo non riusciva a dimenticare il calore trasmessogli da Mamma Orsa. Decise così che anche lui voleva una mamma che lo coccolasse e lo curasse ogni giorno della sua vita. Ma voleva anche un papà. A lui non bastava, come per Palla di Pelo solo una mamma. Così iniziò a chiamare la sua mamma e il suo papà. Purtroppo però il wawaese non lo aiutava. Seppure gridava, nessuno veniva incontro al piccolo e lui si sentiva sempre più solo.
Un bel giorno però qualcosa accadde: mentre il piccolo stava chiamando la mamma ecco una risposta... Una voce femminile gli rispose in wawaese e lui rimase senza parole. Si guardò in giro ma non vide nessuno... Riprovò a chiamarla ed ecco un’altra risposta. 
La donna gli disse che era la sua mamma, che era molto lontana da lui, ma che lo stava aspettando. Non poteva andargli incontro perchè purtroppo questo viaggio avrebbe dovuto per un po’ farlo da solo con i suoi amici del bosco, ma appena sarebbe arrivato da lui, non l’avrebbe più lasciato solo.
Il piccolo tutto trafelato chiamò a se dei pettirosso e gli chiese di aggiungersi alle rondini affinchè lo aiutassero ad andare più veloce per poter arrivare il prima possibile dalla sua mamma. Sapeva che il viaggio poteva essere abbastanza lungo, ma sapeva anche che dalla sua mamma e dal suo papà sarebbe arrivato e avrebbe sicuramente trovato tutto quel calore che fino ad allora non era riuscito ad avere.
Marcello