martedì 31 luglio 2012

La foto

Ti ho fatto una foto mentre sei in braccio a chi un domani spero sarà tua mamma.
Si, finchè non sarai a casa con noi non ci saranno certezze, non ci saranno garanzie. Non voglio illudermi ancora, ma dentro di me continuo a crederci...


Stai dormendo... Tu che fino a quel momento sei stato tenuto in braccio solo dalle tate, dopo nemmeno tre ore trascorse insieme, ti sei addormentato tra le sue braccia con il dito in bocca.
Non era la prima volta, era già successo mentre andavate insieme a fare la visita medica e il traballare del pulmino ti aveva cullato a tal punto da farti addormentare.
Tu piccolo che nella tua breve esistenza ne hai vissute molte di più di noi nella nostra vita, ti sei appoggiato al suo petto e hai chiuso gli occhi. Penso che quando un bimbo si addormenta così nelle braccia di qualcuno è perchè si sente al sicuro, si sente protetto, si fida...
Un immagine che anche se non avessi fotografato, difficilmente sarei riuscito a dimenticare.
Dormi sereno piccolo mio, non ti agitare. Al momento i vostri cuori sono si lontani, ma più vicini di quanto puoi immaginare.

mercoledì 25 luglio 2012

Il nido



In 35 anni è la prima volta che mi capita di vedere quanto riporterò di seguito...

Stavo aspettando l'autobus. Sopra la mia testa continuavo a sentire un rumore strano come di legni che si spezzano o picchiano tra di loro; alzo lo sguardo e vedo un piccione che "litiga" con i rami di una pianta.
Mi dico che è proprio stupido; perchè continua a saltare da un ramo all'altro in quella maniera facendosi pure del male, dato che le ali continuano a picchiare contro i rami in quei movimenti così scoordinati? Ad un certo punto ecco che vola via e si "tuffa" dentro un altro albero. Passano pochi secondi e dopo un continuo rumore di ramoscelli spezzati, eccolo che esce fuori dall'albero con nel becco un ramoscello. Rientra nell'albero di prima e continua a far baccano. Rifà l'operazione 3-4 volte in quei 5 minuti di attesa. Alla fine ci sono arrivato: stava costruendo il nido; con il becco spezzava i ramoscelli più teneri che trovava su una pianta che poi trasportava nell'altra pianta e posizionava tra due rami molto vicini tra di loro. Guardando dal basso la cosa, mi chiedevo perchè dovesse fare così tanta fatica, non poteva cercarsi un altro albero o un altro posto un po' meno impegnativo? Poi mi sono detto che quello che stavo vedendo dal basso non era certo quello che lui vedeva dal suo punto di vista o dall'alto...

Così anche tutti noi che continuiamo a porci domande e sembra sempre che cerchiamo risposte a tutto nella speranza che la risposta sia la più semplice di tutte.
In realtà anche noi come quel piccione stiamo costruendo il nostro nido all'interno della nostra coppia per poter presto accogliere chi prima chi dopo un figlio. Quel nido per il piccione rappresenta il posto per deporre le uova, per noi rappresenta un modo come un altro per rasserenare gli animi e prepararci a quel giorno.
Non importano le difficoltà che stiamo affrontando. Non importa se qualcuno ci dice che sarebbe stato tutto più facile se, o sarebbe tutto più facile se... L'importante è fare quello che noi vogliamo e non farci toccare dai pensieri e dalle parole di nessuno. Continuiamo sereni, per quanto possibile, questo cammino e un giorno ci accorgeremo che nel nostro nido è entrato qualcuno.

domenica 15 luglio 2012

ciao R.

Ciao piccolo R. Il giorno dei saluti è arrivato. Il destino ha deciso che non fossi tu nostro figlio. E noi non possiamo fare altro che prenderne atto.
Avevamo già intuito qualcosa mesi e mesi fa e nonostante una voce ai tempi mi disse: "non abbandonarmi anche tu", di certo ormai ho avuto la certezza che quella voce non era la tua.
Quello strano stato d'animo che dal 18 febbraio mi prendeva quando guardavo la tua foto non l'ho voluto mai prendere in considerazione più di tanto. Mi dicevo che era il classico meccanismo di autodifesa per evitare di soffrire ancora. E invece no... Sia io che te sapevamo che sarebbe andata a finire così.
Per un anno sei stato il tramite di chissà quale disegno studiato per noi.
Già l'anno scorso quando ci hanno "presentati" molto probabilmente tu non c'eri già più. Non me la sento di dirti addio, ma semplicemente ciao. Un domani chissà le nostre strade potrebbero incrociarsi ancora, in un altro mondo e con altre storie.
Prepararsi non serve a niente, perché niente e nessuno ci può insegnare ad affrontare la perdita di un figlio anche se solo conosciuto in foto.
Ti posso solo ringraziare e farò in modo di vegliare su di te e di pregare affinché qualcuno dall'alto vegli su di te.
Sei stato colui che mi ha insegnato ad essere padre, seppure solo da una fotografia. Mi hai aiutato a lasciarmi andare, a vedere con occhio di padre tutti i bambini che incontravo sulla mia strada. Mi hai dato molto e di certo darai o starai dando molto a quelle persone che ti stanno tenendo per mano in questo momento.
La vita continua e non importa se a colori o in bianco e nero. L'importante è che continui. Per noi è arrivato il momento di voltare pagina e di dedicarci solo ed esclusivamente a chi sarà nostro figlio.
Ciao piccolo grande R.  




Caro piccolo R., con oggi devo dirti davvero Ciao.... il destino ha riservato per noi e per te una storia diversa, che non si congiungerà mai, se non in un'altra vita.
Non avrei mai voluto che arrivasse questo momento, ma la vita continua e ho dovuto accettare che non fossi tu mio figlio.
I giorni scorsi siamo venuti in quella che, per un po' di tempo, è stata la tua casa... Ti abbiamo cercato, ti vedevamo in ogni bambino che con il sorriso ci correva incontro prendendoci per mano con la speranza che potessimo diventare i suoi genitori.
Ogni volta era un colpo al cuore, da un lato speravo di non trovarti per non soffrire ancora, ma dall'altro avrei voluto incontrarti, almeno una volta. 
Così non è stato, il tuo cammino di vita ha seguito un'altra strada e un'altra famiglia ha deciso di accoglierti.
Di te ci rimane solo una foto, quella foto che un anno fa ci ha insegnato a capire veramente cosa significa amare un figlio, cosa significa "dare tutti noi stessi" per lui.
Ora, piccolo R., è arrivato davvero il momento di dedicarmi a quel bimbo che il destino ha deciso potrebbe essere nostro figlio, sono certa che saprai perdonarmi e capirmi.
Per quanto mi riguarda sappi che non ti dimenticherò mai, sarai sempre nel mio cuore, un cuore di mamma che ha imparato a volerti bene da subito, anche se solo guardandoti su una fotografia. Per te abbiamo fatto tutto, come spero che tanto stiano facendo anche i tuoi nuovi genitori. Anche tu per me hai fatto tanto, mi hai fatto superare tanti limiti e tante paure, per venirti a prendere avrei fatto tutto, così come ho fatto e dovrò ancora fare per il piccolo che spero arriverà nella nostra casa.
Ti auguro tutto il bene del mondo, ti ricorderò ogni giorno nei miei pensieri... 
Grazie.
Ti abbraccio infinitamente.
La tua quasi mamma.

lunedì 2 luglio 2012

giorni e giorni...

Ci sono dei giorni che sarebbe meglio stare in silenzio. Ma le parole escono anche senza volerlo.
Ci sono dei giorni che si vorrebbe dire qualcosa... Ma non si trovano le parole da dire.
Oggi è uno di quei giorni. Ho voglia di scrivere, di parlare, ma non so nemmeno cosa dire.
Provare a non pensare a tutto non serve a niente.
Provare a buttarsi a piedi uniti solo nel rapporto con Silvia nemmeno.
Abbiamo passato un(?) sabato e una(?) domenica a sperare arrivasse prima il lunedì. 
Non è più vita questa. E quando arriva il lunedì mi ritrovo senza forze perchè naturalmente il sabato e la domenica ho fatto di tutto, tranne che provare a riposare.
Mi continuo a dire: arriverà la fine... Ma non sarà mai la fine, perchè anche quando riusciremo a partire, dovremo tornare senza il bambino e poi dovremo aspettare ancora e ancora per poterlo andare a riprendere...
E come si vivrà questo periodo?
"Bene" perchè eccitati dall'averlo visto e ricaricati per un nuovo periodo da affrontare senza di lui.
Male perchè se ora ogni singolo istante ci sembra interminabile, chissà cosa sarà dopo.
Provo a ricercare il mio io, la mia storia, la nostra unicità di coppia, la nostra storia, il nostro destino il nostro presente e il nostro domani... Non trovo nulla e mi continuo a dire che tutto passerà quando finalmente mi diranno il giorno della partenza.
Non riesco più a concentrarmi sul fatto che prima o poi tutto si concluderà e poco importa il quando tanto siamo in dirittura di arrivo. Ora voglio anche io la mia data di partenza!
Ma perchè ogni volta che potrebbe arrivare il nostro turno, chi c'è dietro il bancone decide di andare in "pausa caffè"?
Non ce la faccio più!