venerdì 21 dicembre 2012

Il tempo passa anche se...

E così si avvicina un nuovo Natale. Si avvicina la fine di questo anno 2012 che alla faccia della scaramanzia ero convinto fosse l'eccezione che confermava la regola e che il detto "anno bisesto, anno funesto" non fosse altro che una rima strana inventata da qualcuno in tempi passati per far credere a chissà quale entità che giocasse con i numeri e le parole... E invece siamo qui, pronti per dimenticare questo anno che di buono ha avuto solo la settimana dal 5 al 12 luglio quando abbiamo conosciuto quello che ancora oggi speriamo e crediamo sia nostro figlio.
Ero convinto che il 12, visto quanto era successo l'anno scorso, fosse il numero giusto, quello che avrebbe portato finalmente gioia nella nostra famiglia, e infatti quel 12 luglio 2012 lasciava presagire che sarebbe andata così; e invece siamo ancora qui, solo noi due ad aspettare che queste feste passino e ad aspettare qualche notizia che ci carichi le batterie.
Quest'anno mi ero ripromesso di non fare ne presepe, ne albero di Natale, di non addobbare la casa, di non mettere i festoni, di non accendere le luci, di non fare regali, di passare questi giorni soli, io e Silvia, perchè come si può festeggiare qualcosa se manca il motivo del festeggiamenti?
Ma poi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che forse almeno presepe e albero potevamo farli, perchè è vero che la nostra vita è ferma a quella settimana, ma la vita intorno a noi scorre e qualsiasi cosa noi facciamo per tenerla ferma, lei corre, continua, fregandosi di tutto, dei nostri desideri, dei nostri bisogni, delle nostre necessità.
Così, in fretta e furia, in queste ultime sere abbiamo fatto quello che dovevamo fare, o meglio, quello che ci sentivamo di fare e stamattina nonostante fosse tardi e nonostante non volessi farlo, appena alzato ho acceso le luci del presepe e dell'albero. E' stato emozionante. La luce, i colori, il calore... qualcosa che mi mancava, qualcosa che non vedevo da troppo tempo nella nostra casa. Mi sono emozionato. Sono andato in camera e ho preso il sonaglietto del nostro piccolino, quello che lui ha toccato, ha ciucciato e ha tenuto tra le sue piccole dita e l'ho messo sull'albero sperando che anche lui, da dove si trova, potesse sentire e vedere quello che io in quel momento stavo provando.

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