venerdì 1 febbraio 2013

Perchè state in ansia e piangete?


E così anche questa mattina un nuovo messaggio sul calendario mi ha fatto riflettere: “perché state in ansia e piangete?”
Sulla spiegazione del verso c’era scritto: questa domanda può essere banale come quella di Gesù che chiede ai discepoli sulla barca: “di cosa avete timore?”. 
La barca... Tempo fa ho scritto una storiella intitolata “la barca”; oggi siamo qui in balia di un mare in tempesta e ogni onda che ci troviamo ad affrontare è più alta rispetto a quella precedente, ma prima o poi ne usciremo e ritroveremo il mare calmo. Ci dobbiamo riuscire. Per i nostri figli. Chiunque loro saranno.
Sempre stamattina sul calendario che ho realizzato con le foto del nostro viaggio nel paese, ecco che sfogliando la pagina sul mese di febbraio, compare il cielo blu sopra le nuvole bianche e l’ala dell’aereo su cui eravamo durante il viaggio di ritorno. Sotto di noi la perturbazione. Sopra il blu. Un blu che solo su qualche foto manipolata con photoshop ho visto più blu...
Sul mese di gennaio c’era la foto di un torrente, bianco per via della schiuma che le piccole onde creavano per la velocità dell’acqua.
Sarà fede, sarà speranza, sarà un caso o non sarà niente, ma alla fine come sempre dico tutto torna, i cerchi si chiudono e il senso della vita, della mia vita è semplicemente qui davanti ai miei occhi.
Credere o non credere a qualcosa conta poco. L’importante è che alla fine si riesca a dare un senso a tutte le cose.
Vivo consapevole che la tristezza e il dolore vanno vissuti come la gioia, perchè non c’è amore senza dolore, non c’è figlio senza amore...

la barca

C’era una volta una piccola barca a vela che stava in ammollo tra le calme e silenziose acque del porto. Era molto semplice, molto colarata e carina alla vista. Aveva il suo bell’albero a cui era legata la vela e il suo timone che da quanto sembrava fragile, risultava impossibile potesse affrontare le insidie del mare.
Questa piccola barchetta aveva due particolarità che nemmeno lei conosceva: era stata costruita con il legno dell’albero della balsa e per la vela, era stato utilizzato, del tessuto di ginestra...
Un giorno mentre le onde la cullavano in quella che ormai era diventata la sua dimora fissa, le venne un desiderio: scoprire il mondo; poter cavalcare le onde, poter affrontare quell’oceano al di la dell’orizzonte...
Così si mise a parlare con le sue amiche barche che le facevano compagnia durante la notte nel porto.
Chiese cosa potesse fare per affrontare quel lungo viaggio e soprattutto capire da loro se magari ce l’avrebbe potuta fare.
Tutte iniziarono a quel punto a prenderla in giro. Alcune cercavano di distoglierla da quel folle gesto e altre senza troppi scrupoli le dicevano che visto la sua fragilità mai e poi mai sarebbe riuscita ad andare oltre gli scogli che stavano al di la del molo e che alla prima onda sarebbe rimasta completamente in balia del mare.
La piccola barca rimase dispiaciuta e decise che non sarebbe partita per il suo viaggio. Avrebbe continuato a guardare il mondo da quel porto mentre le sue amiche molto più grandi di lei navigavano in tranquillità tra le onde.
Una notte accadde qualcosa che nessuno si poteva immaginare... La corda che la teneva legata al molo, si ruppe. Ormai consumata dal tempo e dal sale era diventata troppo fragile e non riuscì a tenere più legata a se la piccola barca. Così quando arrivò il mattino la giovane barca si ritrovò in mezzo al mare... Nonostante lo spavento iniziale si accorse che tutto intorno a lei era azzurro e decise così di provare ad andare avanti senza fermarsi e continuare ad esplorare quel mondo fino ad allora sconosciuto.
Durante il suo tragitto incontrò le altre barche o navi che vedendola muoversi nel mare la deridevano o la schifavano e continuavano a dirle di tornarsene a casa perchè mai e poi mai avrebbe potuto affrontare le insidie del mare.
Lei non ne voleva sapere e così andò avanti... Aveva trovato la sua libertà.
Ma ecco che quando tutto sembrava filare liscio arrivarono le prime tempeste e le prime mareggiate.
La piccola barca si spaventò parecchio, improvvisamente si rese conto che non sapeva come affrontare tale difficoltà, ma indietro non poteva tornare perchè la corrente era troppo forte e le onde le impedivano ogni movimento... Così decise che avrebbe fatto di tutto per uscire sana e salva da quel mare in burrasca. Le onde la sommergevano ma lei trovava sempre la forza di uscirne. La ribaltavano ma lei riusciva sempre a rigirarsi. Il suo albero era resistente ad ogni insidia e la sua vela seppur apparentemente molto fragile era più elastica delle vele delle altre barche. Il suo scafo sembrava indistruttibile e l’acqua non riusciva a scalfirlo. Così più passava il tempo più prese coraggio e più prese coraggio e più si rese conto che niente e nessuno l’avrebbe mai potuta affondare.
Così uscì da quella tormenta e si ritrovò in un nuovo mare dove il cielo era perfino rosso per via dell’alba che stava vedendo. Alle sue spalle solo brutti ricordi e tanto nero; altre barche che come lei e più grandi di lei non erano riuscite a venire fuori dalla tempesta stavano li ormai in balia del mare mentre lei piccola ma non più fragile navigava verso il suo futuro.

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