venerdì 4 novembre 2011

Lettera... di mamma

Caro Piccolo R.,
oggi è la tua mamma che ti scrive.
Ormai sono passati mesi da quando ti abbiamo conosciuto sulla fotografia che ci hanno inviato. Da quel momento non è passato giorno che non abbiamo pensato a te, a come sarà la nostra vita insieme a come sconvolgerai la nostra esistenza al tuo arrivo. Ma abbiamo pensato anche come cambierà la tua breve vita, ci chiediamo se ti troverai bene, se ti sentirai veramente a casa con mamma e papà.
Il destino ci sta tenendo ancora lontani, per colpa di una burocrazia troppo complicata, non siamo ancora riusciti ad incontrarci e intanto tu cresci senza di noi; ci stiamo perdendo i momenti più belli, anche se so che quando arriverai verrano ripercorse tutte le tappe che non sei riuscito a goderti, su questo non devi avere dubbi.

Una notte sola in questi 4 mesi ti ho sognato, eravamo a Milano, in Corso Buenos Aires che guardavamo i negozi.
In fondo al viale ci siamo ritrovati al mare, sulla spiaggia e tu come un bimbetto discolo hai fatto la pipì sulla sabbia ed io ti ho spiegato che non si fa, come una brava mamma...
Arrivato il momento di tornare a casa, mentre ti stavo vestendo, mi sono accorta che i tuoi vestitini erano troppo grandi per la tua età, ma tu mi hai risposto che avevi solo quelli e che dovevamo prenderne altri.
Ti ho sentito tanto vicino, eri proprio tu, sembrava tutto vero, invece al mio risveglio ho provato l’amara consapevolezza che era tutto frutto della mia immaginazione.

Stamattina mentre ero sul tram per andare al lavoro, ho immaginato il nostro incontro, là in quel paese lontano, il tuo paese, e in quell’istituto che ti sta accogliendo, non posso dire se con amore o con solo la routine di una semplice occupazione. Quando ci vedrai cosa farai? Ci verrai incontro con le braccine tese oppure sarai talmente terrorizzato che ti nasconderai dietro le gambe di qualcuno e ci guarderai con due occhioni pieni di angoscia? Io so solo che mi inginocchierò, mi metterò al tuo livello e ti tenderò le mani, inizieranno a scendere le lacrime perché sarà una gioia che nessuno potrà descrivere, neanche paragonabile secondo me alla nascita di un figlio naturale; già stamattina proprio sul tram ho dovuto mandare indietro le lacrime, non voglio far vedere al mondo il mio dolore perché tu non ci sei, è una cosa solo mia e del tuo papà…
Sappi solo che anche noi abbiamo una paura incredibile, per il fatto che magari inizialmente non ci accetterai, per il fatto che potrai ricordare la tua vita fino al momento in cui ci abbracceremo e per i riflessi che potrebbe avere sui tuoi anni futuri, ma soprattutto abbiamo paura che il giorno del nostro incontro sia ancora lontano, non riusciamo a vivere così, ogni giorno nella speranza che sia il giorno giusto e che invece alla sera, mettiamo via come un giorno insignificante.
Adesso devo tornare al lavoro, ma sappi che la mia mente e il mio cuore sono con te, ogni giorno, ogni ora e ogni minuto e conto ogni istante che ci separa da te.
La tua mamma.

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