mercoledì 9 novembre 2011

il mio diario 7/9 novembre 2011

7 novembre 2011
E' sera, piove ancora ma mi sento strano. Per tutto il giorno e il fine settimana precedente, mi sentivo addosso una bella sensazione. Ero davvero convinto che avremmo avuto a breve delle notizie.
Stavamo finendo di cenare ed ecco che suona il cellulare. Lo squillo è quello delle telefonate provenienti da numeri non registrati a gruppi della rubrica. Tra questi c'è anche quello dell'ente. E' forse masochistica la cosa, ma almeno ogni volta che squilla il cellulare c'è sempre una speranza in più.
Guardo il display. Il numero non è quello dell'ente, ma di una coppia che deve partire con noi.
In 2 secondi è come se mi fosse passata davanti tutta la vita: cosa è successo? Perchè chiamano dato che ci siamo sentiti per mail la mattina? Si parte? Festeggiamo in diretta la notizia? Altro rinvio? Cosa succede?
Così rispondo. Dopo praticamente nessun convenevole ecco la notizia: un nuovo rinvio e questa volta bisogna aspettare fine dicembre.
Non ci credo. Penso stia scherzando. Silvia da lontano scrutava tutti i movimenti dei muscoli del mio viso per capire se stessi scherzando o fossi serio.
Purtroppo ero serissimo. Mi chiedevo come mai a noi non era stato comunicato ancora niente.
Chiamo immediatamente la nostra responsabile di sede, le spiego in poche parole il tutto e mi conferma la notizia, aggiungendo che l'indomani, dopo aver parlato con chi di dovere per capire esattamente cosa stesse succedendo e nel caso, dopo aver contattato il referente per avere ulteriori spiegazioni, avrebbe mandato una mail generale a tutte le coppie spiegando l'accaduto.
Mi sono letteralmente sciolto. Silvia ha iniziato a piangere. Lo sconforto ci ha presi.
In un certo senso speravo in un errore di traduzione della mail, mi illudevo che il giorno dopo sarebbe arrivata una smentita e con questa speranza sono andato a dormire. Una speranza che però avevo solo io.
Silvia era stravolta. Non abbiamo dormito niente, lei di certo, io forse un paio d'ore di fila sono riuscito a farle.

8 novembre 2011
Arrivo al lavoro. Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta che un collega mi ha chiesto notizie. Ma quando succede qualcosa, tutti arrivano a domandare. Sembra impossibile ma le persone le attiri come gli orsi con il miele.
Dopo aver spiegato l'accaduto ecco che arriva la classica frase da idioti: "ma non potevi farti una bella trom...a? Avresti risparmiato soldi e ansie". E giù a ridere come dei deficienti.
Sono rimasto letteralmente senza parole. Non li ho nemmeno considerati. Mi sono girato e me ne sono andato. Li ho ignorati completamente anche perchè a volte essere ignorati da più fastidio che essere provocati.
Inizio così questa "bellissima" giornata.
Alle 8,00 gmail era già "aperto", ogni 30 minuti controllavo eventuali nuovi messaggi in "posta in arrivo", ma niente.
Ore 11,40 ecco che arriva la mail con oggetto: "aggiornamento".
Leggo? Non leggo?
Ho letto... Purtroppo tutto era confermato.
C'è sempre abbastanza ottimismo da parte dell'ente e questo penso sia importante, ma vorrei tanto che la prossima notizia fosse una bella notizia.
La sera sono venuti a trovarci i futuri "zii" del nostro puffo.
Abbiamo passato una serata senza pensare troppo a quanto successo, o meglio ci abbiamo provato. Siamo riusciti a dormire un po' di più questa notte.

9 novembre 2011
Guardando il calendario mi rendo conto che a fine mese mancano solo due colonne di numeri e a fine anno ne mancano 7 in totale.
7 settimane che se vissute come le ultime, voleranno. In queste settimane ci sarà un giorno in cui forse arriverà la notizia che al momento aspettiamo.
Nonostante lo sconforto mi abbia tagliato le gambe, oggi riparto con la certezza che questo tempo passerà veloce come gli ultimi mesi, che ogni giorno che passa è uno in meno che mi e ci separa dal nostro piccolo e che in fin dei conti un anno fa a quest'ora non sapevamo nemmeno che faccia avesse nostro figlio.
Certo, dopo l'abbinamento eravamo convinti di passare il Natale con lui. Quasi sicuramente quest'anno non lo festeggeremo, e anche se faremo qualcosa la testa non sarà a casa. In un certo senso con lui quest'anno è anche vero però che o festeggeremo. La sua foto di certo non mancherà intorno al tavolo,  ma come regalo di Natale quest'anno vorrei semplicemente la certezza che il prossimo lo faremo sotto lo stesso tetto.

Nessun commento: