domenica 22 gennaio 2012

Sogno premonitore (?)

Stanotte ho fatto un sogno, che spero sia premonitore. Ci vorrebbe uno psicologo per capire se sia o meno così. Ma lo spero davvero.
Il sogno è lo stesso che ho fatto più o meno due mesi fa; stessa ambientazione e stesso contesto.


"Io e Silvia siamo in macchina e stiamo percorrendo una strada di montagna. A grandi linee, per particolari, ricorda la strada, che usciti dall'autostrada, porta a Zeri, un paesino sull'Appennino Toscano.
Sopra le nostre teste vediamo, molto molto in alto, un ponte enorme che collega due estremità di due montagne. La sua caratteristica è che non ci sono piloni che lo sorreggono. 
A differenza dell'altra volta, stavolta, manca metà ponte. Ci sono delle gru che in qualche modo stanno cercando di ricostruire la parte mancante. La cosa strana è che nonostante tutto, ci sono dei camion (vecchio genere, modello anni '50) e delle macchine più o meno attuali, che arrivati nel punto in cui il ponte è sparito, riescono ad andare avanti come se ci fosse una sorta di strada invisibile.
Noi intanto proseguiamo per la nostra strada. Sulla sinistra troviamo l'ingresso di una galleria, che è quella che porta in cima alla montagna per prendere il ponte. Come l'altra volta, nonostante il ponte sia franato, c'è una scritta verde che indica che il ponte è agibile, ma noi anche questa volta proseguiamo per la nostra strada."


Nello scorso sogno, a questo punto penso di essermi svegliato, perché non ricordo più cosa sia successo. 


"Stavolta, invece, arriviamo ad un incrocio. Dovevamo immetterci nella strada principale; svoltando a sinistra si saliva, a destra si scendeva.
C'era una coda di macchine interminabile. Era impressionante la velocità in cui sfrecciavano e noi eravamo li fermi perché non riuscivamo a trovare il momento adatto per buttarci nel traffico. Improvvisamente mi rendo conto che la mia macchina non aveva più il tetto, le portiere, i sedili le ruote e il motore. Aveva solo la base su cui noi eravamo seduti; c'era il volante e niente più. Scendo così dalla macchina, la sollevo con su Silvia e in qualche modo passo attraverso le macchine e mi ritrovo così in un piccolo slargo ghiaioso al di la dell'incrocio. Non ricordo ora esattamente in che modo sono riuscito a passare. Ricordo solo che quando mi sono ritrovato sulla ghiaia, la macchina aveva sempre e solo il fondo, che tra l'altro non era nemmeno più rigido; era una sorta di tappeto.
A questo punto il nostro viaggio doveva riprendere. Ma come dato che le macchine che da dietro arrivavano, sfrecciavano ed erano tutte una attaccata all'altra? Ma soprattutto come potevamo fare dato che la nostra macchina era praticamente inutilizzabile? Guardo così Silvia e le dico di mettere giù una gamba e di aiutarmi a muovere la nostra auto con l'aiuto delle nostre gambe. Mi giro indietro e vedo che tra una macchina e l'altra si è formato uno spazio. Mettendo forza nelle gambe riusciamo, facendo sfregare il fondo dell'auto sulla ghiaia a intrufolarci in quello spazio e mentre la macchina a quel punto tornava a prendere le sue sembianze, la salita verso non so dove riprendeva."

2 commenti:

Paola ha detto...

lascia perdere gli psicologi.....io peraltro lo sono, ma mi sento molto più una futura mamma in attesa......ecco cosa leggo io: fatica, stanchezza, incertezza, paura di non farcela ma poi, non so come c'è qualcosa che ci fa andare avanti......continuiamo!

Marvia ha detto...

Perfettamente in sintonia con quello che pensiamo anche noi :)
E soprattutto CONTINUIAMO!!!
Grazie.