lunedì 10 ottobre 2011

Il corso

Sabato 8 ottobre 2011
Ore 13.00 eravamo al quanto scettici sul prosieguo della giornata.
Ci immaginavamo seduti in cerchio insieme ad altre coppie che come noi erano in attesa di partire. Ci immaginavamo la psicologa dirci le solite cose: "dovete colmare il tempo dell'attesa distraendovi, dovete pensare a voi stessi, dovete stare nel limite del possibile tranquilli".
Comunque, nonostante questi pensieri partiamo alla volta di Piacenza.
Ore 14.15 finalmente arriviamo. Mentre camminiamo per la via che ci separa dal parcheggio all'ingresso della sede mi domando: "ma cosa ci sono venuto a fare? Con una giornata così potevo sicuramente essere ovunque, e invece..."
Appena arriviamo ecco che incontriamo Paolo ed Elena, una coppia che come noi era presente il 30 di aprile. C'erano inoltre tante facce nuove, mai viste prima ma che tra di loro a gruppi di tot già si conoscevano.
Parlavano di tutto un po' e noi ascoltavamo in disparte.
Finalmente si entra. Eravamo davvero in tanti. All'incirca 15 coppie.
Appena prendiamo posto ecco che inizia il giro delle foto dei nostri figli. Sembrava che tutte le coppie già con abbinamento non aspettassero altro. Condividere con gli altri la foto del proprio figlio.
Mi sentivo un po' in imbarazzo mentre vedevo le altre coppie ancora senza abbinamento e forse ancora all'inizio del percorso con la Primogenita, che ci guardavano. Ho immaginato per un istante il loro stato d'animo. Forse potevamo evitare, però in quel momento la gioia di condividere con altri, che neanche conoscevamo, la foto del nostro piccolo ha preso il sopravvento.
Dopo circa 10 minuti arriva Giovanna e inizia a riassumere le varie situazioni dei vari paesi. Noi del Kyrgyzstan ovviamente eravamo in trepida attesa, e naturalmente siamo rimasti per ultimi. Alla fine l'attesa viene "ripagata" con alcune notizie che non hanno fatto altro che confermare quanto già sapevamo. Diciamo che in questo momento va bene così. Ogni conferma positiva è meglio di una conferma negativa, anche se una data non c'è ancora.
A quel punto ci dividiamo in due gruppi: le coppie con abbinamento in una stanza e le coppie senza abbinamento in un'altra stanza.
Tutti in cerchio iniziamo dietro suggerimento della psicologa a presentarci, a parlare di nostro figlio, a esporre i nostri pensieri, i nostri dubbi, le nostre paure: i nostri stati d'animo.
Beh è stato un momento davvero spassoso. Non ridevo così da non so quante settimane. Nonostante fossimo tutti tesi, preoccupati, ansiosi, sembrava quasi che in quel preciso istante avessimo abbassato le nostre barriere e avessimo dato sfogo ai nostri pensieri. Senza paure, senza timori. E più qualcuno diceva qualcosa di "pesante" più gli altri ridevano.
Per la prima volta dopo non so quanto tempo mi sono trovato in mezzo a persone che vivono la situazione al mio stesso modo. Nessuno più avanti, tutti più indietro: 7 coppie (6 sul Kyrgyzstan e 1 sull'India) tutte pronte ad abbracciare i propri figli ma bloccati da avvenimenti difficili anche per noi da capire, ma normalissimi per chi vive da anni il mondo dell'adozione.
Per la prima volta dopo settimane o mesi finalmente eravamo in mezzo a persone che non ci dicevano: "eh ma che bravi, eh ma che forza che avete, eh ma che bella cosa che state facendo".
Per la prima volta dopo tanto non eravamo noi l'oggetto della discussione, non eravamo al centro di discorsi di commiserazione...
Finalmente dopo mesi eravamo in mezzo a genitori normalissimi che parlavano in qualche modo dei propri figli. Si perchè la cosa che fa davvero incazzare è quando ti dicono: che sei bravo e che hai coraggio e che di qui e che di la... Non mi pare che quando una coppia ha un figlio biologico le si dice che sono bravi, che sono belli e che sono fotomodelli...
Abbiamo fatto il "gioco" di immaginare il percorso giunto a questo punto attraverso un racconto, una favola, un qualcosa da poter leggere magari un domani a nostro figlio; è uscito di tutto: dalle brioches agli alani, dai pettirosso alla pianta, dalla principessa al bambino di nome felicità, passando anche dalle filastrocche.
Tutto davvero toccante e a tratti divertente.
Le 3 ore a nostra disposizione sono letteralmente volate. Sono uscito talmente rilassato che mi faceva fin male la testa.
Per la prima volta dopo settimane e mesi, tornati a casa, eravamo davvero sereni e questa serenità ci ha accompagnati anche per tutta domenica.
Lunedì però siamo ritornati nell'apatia e nell'ansia di sapere. Le giornate hanno ripreso a correre normalmente ma devo dire che questo corso è stato davvero importante.

Nessun commento: