martedì 9 aprile 2013

Continuare o mollare?

Quante volte in questi ultimi due mesi io e mia moglie ci siamo posti, tra le mille, anche questa domanda: mollare o continuare a lottare?
Quanti dubbi e quante paure ci hanno fatto compagnia la notte... Il giorno...?!
Quante domande che non hanno risposta, e mai l'avranno?!
Quanti se e quanti ma, che ora posso semplicemente usare come carta igienica?!
Quanta incredulità da parte di chi sta "fuori" o "dentro" e quanto stupore anche alle nostre orecchie raccontando la nostra storia a chi ce la chiede?!
Quanti occhi lucidi e quante lacrime versate da noi e da chi come noi si ritrova a combattere contro non è ben chiaro ancora cosa?!
Quante lacrime da chi è già genitore adottivo, e non, che si rende conto che alla fine altri bambini ritarderanno il loro ingresso in una famiglia?!
Quanti figli aspetteranno di incontrare i fratellini o le sorelline, e quante famiglie si sono viste private improvvisamente di un appoggio psicologico magari in un momento di reale bisogno?!
Quante coppie riusciranno a completare il loro iter?!
Ma tutte queste domande che una persona si fa, sono logica conseguenza di un'azione presa e portata avanti e considerata la soluzione ad ogni problema...
Ma ogni azione ha una conseguenza e spesso alle conseguenze è più facile non pensarci. Tanto per le conseguenze c'è sempre tempo.
Il tempo cura tutto...
Il tempo ti farà dimenticare...
Solo il tempo dirà se sia giusto o sbagliato...
Per alcuni il tempo non esiste più. Per altri forse si...
La chiusura del mio ente ha avuto parecchie ripercussioni a livello mentale e pratico su parecchie coppie che già stanno subendo un crollo emotivo e psicologico non indifferente. Tra queste, anche coppie (tra cui noi) che avevano abbracciato dei bambini... Coppie che erano certe che quei bambini ormai fossero loro... Coppie pronte a ritornare in un paese ostile a tutto tranne al dio denaro. Un paese che non ha avuto mai il coraggio di cambiare e che ancora oggi nonostante centinaia di bambini restano imprigionati in un istituto, sta inventando un nuovo regolamento che mai verrà approvato e se invece succederà, sarà il classico specchietto per le allodole.
In tutta questa situazione chi ci sta rimettendo? Di chi è la colpa?
Ognuno ormai si da le risposte che meglio crede. Qualcuno ha già deciso chi farà la parte del boia e chi dell'impiccato. Qualcuno sarà nella piazza a godere per una testa tagliata.
Qualcun altro avrà il coraggio di coprire gli occhi di suo figlio per evitargli di vedere questo spettacolo e per evitargli anche un ulteriore pensiero o paura: quella di sentirsi sporco e di pensare che anche per causa sua tutto questo sta succedendo.
Perchè anche questo, come dice qualcuno, è il fantastico mondo dell'adozione internazionale.
Ma alla fine tutto ciò non fa clamore; se ne parla due giorni, quando è uscita la notizia raccontata o fatta scrivere come meglio si crede. Si cerca di dire la propria perchè le verità alla fine hanno sempre due facce, ma quando la notizia dice tutt'altro allora non fa scoop, quindi è meglio lasciarla nel cassetto o cestinarla; e così la gente continua a parlare anche a nome tuo. Si fa paladino di una giustizia che ha deciso di farsi a nome del popolo adottivo italiano e straniero.
Io e mia moglie oggi ci sentiamo abbandonati da tutto e da tutti. Messi in un angolino in attesa degli eventi. E siamo arrabbiati. Molto arrabbiati.
Ma alla fine, ecco in tutto questo che ci sta succedendo, la forza per trovare il lato positivo. Chi mi conosce mi avrà già sentito dire questa frase: "da tutto questo ho capito cosa vuol dire essere arrabbiati perchè abbandonati". E mi viene da sorridere perchè domani dovrò saper gestire questa rabbia da parte dei miei figli. Quindi si, nonostante rischiamo di dover cambiare ente per la terza volta, nonostante a luglio 2012 fossimo al 95% del nostro cammino e oggi ci ritroviamo a iniziare daccapo per la terza volta, nonostante la rabbia, la stanchezza, noi continuiamo; per i bambini, per la loro necessità di vivere in una famiglia e per il nostro desiderio che ci vuole vedere genitori.
E domani quando i nostri figli ci regaleranno il loro "fagotto", noi li potremo guardare, ringraziarli e regalargli il nostro cammino. Quello che abbiamo dovuto intraprendere per arrivare a loro... Perchè loro saranno i figli che noi abbiamo voluto.

2 commenti:

elelu ha detto...

Cari MARVIA vi seguiamo da sempre ....come voi sul Kyrgy ma senza abbinamento .abbiamo gioito e pianto insieme a voi leggendo il blog. Mi permetto di dirvi ...non mollate prima o poi abbracceremo i nostri figli.. anche noi ora senza ente.

Marvia ha detto...

Cara Elelu, ti ringrazio e aggiungo che è anche per questo tuo stesso pensiero che andiamo avanti.
Saranno giorni pesanti i prossimi. Fino al giorno della discussione del ricorso vivremo fasi alterne a livello psicologico con molti bassi e pochi alti... Ma alla fine tutto si sistemerà come è giusto che sia.